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Vino Rosato

Esistono principalmente 2 modi di produrre vino rosato:

  1. Macerazione breve: è il metodo più usato e consiste nell'utilizzare solo uva rossa facendo macerare le vinacce e la buccia dalle 5 alle 36 ore, durante la fermentazione, così che il vino prenderà un colore rosato anziché rosso. In Francia questo metodo viene detto Saignée mentre in Italia può anche essere chiamato salasso.
  2. Uvaggio di uve rosse e bianche: in questo caso si utilizza una prevalenza di uve bianche alle quali vengono aggiunte uve rosse giusto per conferire il colorito rosa pallido e una struttura più importante. Questo metodo è molto usato nella produzione di spumanti.

Oltre a questi due metodi possiamo annoverare altri due tipi di vinificazione che danno origine a dei vini dal colore tendente al rosato, anche se non sono esattamente dei rosé.

  1. Uve a bacca rossa poco pigmentate: si scelgono uve che hanno pochi tannini e scariche di colore così da dar vita a vini non propriamente rosati, ma neanche rossi, si pensi al Pinot Nero altoatesino che ha quel colore scarico e trasparente, che potremmo definire chiaretto.
  2. Lunga macerazione di uve a bacca bianca: metodo definito Presse in Francia, consiste nel vinificare il vino come se fosse un bianco ma senza togliere preventivamente la buccia ed effettuando una pressione lenta e costante sulle bucce. Si ottengono così vini dal colore ambrato, ramato, non proprio rosa.

Ovviamente il vino rosato non si ottiene MAI mescolando vini bianchi con vini rossi.. almeno non in Italia, dove è vietato per legge. 

Francia invece si può fare, e viene fatto soprattutto negli Champagne rosé, che sono all'80% "rosé d'assemblage", cioè miscele di vini bianchi e rossi, e solo per il restante 20% da "rosé de saignée".

Le caratteristiche dei due prodotti, quelli prodotti tramite assemblaggio e quelli prodotti con macerazione breve, sono piuttosto diverse: i vini rosati da macerazione breve sono più strutturati e con profumi più complessi rispetto ai vini rosé assemblati.

Caratteristiche

I possibili colori codificati dall'AIS (Associazione Italiana Sommelier) per un vino rosato sono:

  • Rosa tenue: è una tonalità molto delicata, simile a quella dei fiori di pesco, che si può ottenere o con una brevissima macerazione di uve rosse (solo 2 o 3 ore), oppure con la macerazione sulle bucce di uve bianche.
  • Rosa cerasuolo: il nome gli deriva dal fatto che questa tonalità ricorda la "cerasa", la ciliegia, è un colore già più intenso del precedente e prevede quindi una macerazione sulle bucce rosse più lunga (6-10 ore). Da questo colore prende il nome uno dei vini rosati più famosi d'Italia, il Cerasuolo d'Abruzzo DOC.
  • Rosa chiaretto: è un rosso quasi rubino, molto simile a quello dei vini rossi che si ottiene con macerazioni più lunghe delle precedenti (da 10 a 24 ore), oppure con vinificazioni in rosso di uve con pochi tannini e poca pigmentazione.

Tendenzialmente il rosato ha caratteristiche più simili ad un bianco: va servito fresco (ad una temperatura di 10-12°), ha una spiccata acidità, va bevuto giovane, ha un grado alcolico compreso tra i 12,5% e i 13,5%.
Dal momento che la macerazione sulle bucce è molto breve, inoltre, il vino rosato non presenta quasi tannicità, ma ha un gusto morbido e vellutato.
Il suo profumo è delicato e ricorda molto la frutta fresca, come le ciliegie, le fragole o i frutti di bosco.

Tutte queste qualità lo rendono un vino adatto da bere in aperitivo o con antipasti di pesce, pasta e risotti delicati, anche carne bianca.

Vino Bianco
Vino Rosso

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